Sono numerose le richieste di chiarimenti che pervengono al Garante in merito al trattamento di dati in periodo di coronavirus; e sono molte le informazioni, in rete e non, a chiarimento degli aspetti problematici sollevati dalla questione della rilevazione della temperatura. Ma è difficile capire bene come comportarsi, soprattutto per il corretto adeguamento alla privacy.
Ecco allora che si possano dimenticare o sottovalutare gli obblighi previsti dal gdpr, oppure si può pensare che, con due moduli da far firmare ai dipendenti o clienti, si possano esaurire gli adempimenti previsti.
Peraltro la rilevazione della temperatura corporea costituisce trattamento di dati personali particolari, i c.d. dati sensibili, e quindi deve avvenire nel rispetto stringente della normativa in materia.
Ci preme in questa sede ricordare che la privacy, o meglio la protezione dei dati personali, non si esaurisce in una attività una tantum: va presidiata e costantemente aggiornata a seguito di verifiche e di monitoraggio continuo.
Quindi, anche in situazione di emergenza, non vanno dimenticate le prescrizioni della normativa.
Ecco un elenco di 10 cose da fare per aggiornare la documentazione ed il sistema di protezione dei dati che dovreste aver già adottato.
In conclusione si tratta di mettere in atto tutte le misure necessarie per assicurare la protezione effettiva dei dati personali, a maggior ragione in quanto ci troviamo in fase di emergenze e perché si tratta di dati particolari.
Il Garante ha anche pubblicato le risposte alle domande più frequenti in tala senso, che vi consiglio di andare a leggere (clicca qui per le faq) e che riporto brevemente di seguito.
Non si sottovalutino questi aspetti poiché, solo seguendo regole precise è possibile rendere effettiva la protezione dei dati senza correre il rischio di inciampare in conseguenze molto gravi.
Fonte: In4mati Autore: Luigi Duraccio
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