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Nei codici QR si nascondono dei pericoli che i sistemi di protezione non rilevano. E i cyber criminali li usano per gli attacchi informatici.

Con l’arrivo del green pass oramai tutti conosciamo i Codici QR. Per la verità vengono usati già da tempo, in molte occasioni, perché in un piccolo quadratino si possono inserire una grande quantità di informazioni. Inoltre è molto facile da usare: basta inquadrarlo con la fotocamera del cellulare ed automaticamente abbiamo accesso alle informazioni che contiene.

Grazie alla versatilità e velocità con cui si possono trasmettere una serie d’informazioni, gli utenti apprezzano particolarmente l’utilizzo del Qr code.

Lo troviamo nei contesti più vari, come in bar e ristoranti per i menù, per accedere a eventi e luoghi pubblici, per la prenotazione di visite mediche, per sostituire i biglietti cartacei, e ora anche per attestare l’avvenuta vaccinazione: i Qr code sono sempre più presenti nella nostra vita.

Perché è così pericoloso? Il Qishing.

Il 2020 è stato un anno di grandi emergenze per il settore cybersecurity; secondo i dati dell'Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano: gli attacchi informatici alle imprese sono aumentati del 40% rispetto al 2019, un anno in cui erano già a livelli record.

Nel contesto descritto l'email di phishing è stato lo strumento privilegiato dai cyber criminali ed ha riguardato circa l’80% dei tentativi di violazioni. Ora, nel 2021 e a causa della sua grande diffusione, i cybercriminali potrebbero privilegiare un nuovo canale, il Qr Code.

Secondo un sondaggio recente di MobileIron l’utilizzo dei codici Qr sta avendo una diffusione capillare: l'86% degli intervistati ha scansionato un codice QR nel corso del 2020 e oltre la metà (54%) ha riferito un aumento nell'uso di tali codici dall'inizio della pandemia.

In una intervista rilasciata a Wired, Massimo Grandesso, Cybersecurity Manager di Innovery, multinazionale italiana specializzata in cybersecurity che ha analizzando l’evoluzione degli attacchi phishingci spiega: 

"L’aumento dell’utilizzo di dispositivi mobile per svolgere molte delle nostre attività quotidiane ci espone a nuovi rischi, e la scarsa consapevolezza sulle possibili minacce che la scansione di un QR Code può veicolare, è una preoccupazione sempre più impellente".

Sul tema si è espresso recentemente anche il Garante Privacy, facendo riferimento all’imprudenza di molti cittadini che hanno pubblicato sui social la foto del proprio Grenn Pass, invitando tutti alla massima prudenza.

Ma la pericolosità nell’utilizzare questi quadratini, i QR Code appunto, ce la spiegano gli esperti di sicurezza: inviati via email, i virus e le minacce che possono contenere sono in grado di nascondersi ai sistemi di protezione e antiphishing.

Questa tecnica di attacco si chiama “Qishing”.

Continua Grandesso:

“I Qr code inviati via email riescono ad eludere i normali sistemi di antiphishing: il Qishing, così si chiama questa tecnica, funziona esattamente come cliccare su un link, solo che il link non è visibile in quanto codificato nel QR Code, e si dovrebbero utilizzare le stesse cautele che si usano per i link”.

Fare la scansione di un QR Code equivale quindi a fare click su un link; la grande differenza è che, in questo caso, i collegamenti non sono visibili perché nascosti all’interno del codice QR. I codici QR andrebbero quindi trattati con le stesse cautele utilizzate per i link che arrivano via mail, sms, WA, o qualsiasi altro sistema di comunicazione, anzi con maggiore attenzione.

La scansione di un Codice QR che contenga un virus porterà l’ignaro utente direttamente verso un indirizzo web di phishing dove rischierà di vedersi sottratte credenziali, password, dati personali o sensibili, il controllo della propria casella email, dei propri social, l’account della banca, ecc, subire insomma una truffa o un furto d’identità.

Nel caso del Green Pass parliamo invece di una quantità di dati personali e sensibili che mettiamo a disposizione dei cyber criminali gratuitamente ai quali possono accedere senza alcuno sforzo: nome, data e luogo di nascita, dosi di vaccino effettuate ma anche eventuali tamponi rapidi e molecolari, sono tutte informazioni che possono essere utilizzate a nostro svantaggio.

Come ci si difende?

Come per la mail di phishing, bisogna prestare un’attenzione particolare quando si scansionano Qr code con dispositivi mobili (smartphone o tablet) sia aziendali che privati. Se si dovesse atterrare su siti ostili oppure scaricare applicazioni malevole, queste sono in grado di aggirare qualsiasi sistema di sicurezza.

Tra i consigli per limitare i rischi nell’utilizzo del Qr code gli esperti di cybersecurity ricordano di:

  • Non condividere Qr con i propri dati se non necessario;
  • Evitare sempre l’apertura automatica di una pagina dal Qr code, visualizzare prima con attenzione l’indirizzo url su quale si atterrerà;
  • Accertarsi sempre che il Qr code arrivi da una fonte accreditata, e, quando si tratta di codici stampati, come ad esempio su un menu, assicurarsi che siano gli originali e non siano stati incollati sopra dei doppioni;
  • Se il proprio device non dispone di un lettore Qr integrato, ricordarti sempre di scaricare app qualificate;
  • Evitare di scansionare Qr code dai canali social, o arrivati vi email se non attesi
  • Dotarsi di sistemi di protezione attiva e passiva e di ripristino della operatività in caso di infezione

​L'articolo originale proviene da Informatore Informatico.

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