Certo che scoprire che tutto è stato causato da una sola password non solo fa rabbia ma fa salire, o almeno dovrebbe far salire la preoccupazione.
Sì, avete capito bene, una sola password ha messo in crisi la fornitura di petrolio di mezza America.
Storia di un disastro annunciato.
Ma analizziamo quanto successo alla multinazionale statunitense cercando di coglierne un insegnamento.
L'attacco ransomware subito da Colonial Pipeline parte all'inizio di maggio ad opera del gruppo criminale DarkSide. Come detto è stato possibile accedere alla rete aziendale tramite una VPN utilizzata dai dipendenti per accedere al sistema aziendale da remoto, per mezzo una password acquistata sul Dark Web. Sappiamo infatti che in vendita sul Dark web ci sono i dati, comprese le username e password, di milioni di utenti.
L’account VPN in questione, al momento dell’attacco, non era utilizzato ma era rimasto attivo. La password, trovata sul Dark web, era stata hackerata in precedenza ed utilizzata anche per altri account. Inoltre l'accesso non richiedeva autenticazione a due fattori.
Non è di certo il primo caso del genere (né sarà l'ultimo). Tuttavia la notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo, riaprendo discussione sulla sicurezza informatica e sugli strumenti necessari per poterla garantire.
Di fatto gli hacker si sono trovati la strada già aperta e, una volta individuato l’account, è stato facilissimo entrare nel sistema.
Quindi un attacco estremamente facile. Ma come hanno fatto ad entrare in possesso di tali dati? La società di cybersecurity ingaggiata da Colonial Pipeline non sa dare una spiegazione. "Non risulta nessuna evidenza di attività degli hacker prima del 29 aprile", spiega Charles Carmakal di Mandiant. Sembra dunque siano andati a colpo sicuro.
La password trovata nel dark web è stata probabilmente utilizzata per altri servizi, quindi è bastata una semplice associazione con un username di un dipendente per scoprire le credenziali di login della VPN.
Quale lezione possiamo ricavarne?
Da ulteriori indiscrezioni emerse sembra che tutto si sia generato da una email compromessa.
Time line di un attacco BEC (Business Email Compromise)
Da questa lezione potremmo certamente trarne molti benefici. Se vorrai continuare a leggere la ricostruzione di quanto accaduto, potremmo anche imparare a verificare che tutto questo non accada alla nostra azienda.
Per prima cosa come è stato possibile attaccare una azienda del genere che - probabilmente - ha sistemi di sicurezza informatica elevati? Sembra che sia stata violata una email e rubata la password.
Cosa significa che una email è stata compromessa?
Per email compromessa si intende un indirizzo email, di norma associato ad una password, che è stato oggetto di furto (data breach) da una applicazione, portale o sito.
Per capire meglio facciamo un esempio.
Mi registro ad un ecommerce di una azienda. Per fare ciò, per creare un account, utilizzo un indirizzo email ed una password.
E qui possiamo incontrare il primo grave errore o imprudenza: spesso vengono utilizzate le email aziendali.
Il sito a sua volta deve memorizzare queste informazioni per riconoscermi quando vorrò entrare una seconda volta. A questo punto, se il sito subisce un attacco e le informazioni non sono adeguatamente protette, gli autori si impossessano delle credenziali e, con tutta probabilità, finiranno in vendita sul dark web, a disposizione di tutti i criminali che vorranno utilizzarle.
Devi sapere che è possibile tramite analisi di informazioni in rete, nel dark web ma anche in quello che conosciamo come clear web, la parte di internet che tutti conosciamo, rilevare ed identificare vulnerabilità e minacce.
A questo punto si concretizza il pericolo!
Attraverso attività di social engineering, i cybercriminali posso tentare accesso ai sistemi aziendali utilizzando proprio quella mail con la relativa password. Contando anche sul fatto, seconda grave imprudenza, che la stessa password viene spesso utilizzata per diversi account.
Cosa imparare da questa lezione e cosa fare. Subito.
Le evidenze importanti sulle quali fare una riflessione:
Cosa fare ora? Prevenzione: analisi, rilevamento minacce, risposta!
Se sei curioso di sapere come si svolge una analisi delle email compromesse e quali informazioni si possono raccogliere facilmente da web e social, riporto di seguito l’analisi di Marco Govoni, specialista ICT, Telecomunicazioni e CyberSecurity, relativa proprio al caso Colonial Pipeline.
Se poi vuoi sapere se le tue email sono state compromesse, ci sono diversi servizi in grado di scoprire se, in vendita sul Dark Web ci sono le tue credenziali o altri dati riferibili alla tua azienda.
Se vuoi fare una verifica o sei in cerca di soluzioni di rilevamento delle minacce e di risposta, puoi contattarci, saremo lieti di aiutarti e farti conoscere le nostre soluzioni di protezione.
Esercizio: analizziamo il caso Colonial Pipeline.
Articolo originale di Marco Govoni su Linkedin
Proviamo a ricostruire un possibile scenario per capire, grazie ad una analisi delle email compromesse, quali informazioni si possono raccogliere.
Disclaimer. Queste sono attività di intelligence in ambito OSINT, ovvero utilizzando esclusivamente informazioni pubbliche o semi-pubbliche (dark web), quindi legali da un punto di vista formale e che non "toccano" in alcun modo la potenziale vittima. Come tutte le attività in ambito OSINT, i dati recuperati vanno prima verificati.
Partiamo dal dominio della Colonial Pipeline, facilmente verificabile dal profilo Twitter:
A questo punto possiamo iniziare la ricerca di eventuali email - o altre informazioni - relative al dominio colpipe.com che si trovano sul Dark Web. Esistono vari servizi e modalità per effettuare questa attività, io per le mie ricerche ed i miei clienti, ne utilizzo uno professionale che permette di cercare all'interno di archivi depositati nel dark web.
Segnalo che alla data in cui scrivo, il sito colpipe.com non è raggiungibile (perlomeno dall'Italia): sembra infatti che un Web Application Firewall - ovvero un sistema per proteggere le applicazioni web - blocchi gli accessi:
Il messaggio che appare provando a collegarsi con un browser a www.colpipe.com
Analizziamo ora il dominio colpipe.com, cecando sul motore di ricerca quante volte questo dominio è presente nel dark web e quali tipologie di file lo contengono. Questo il risultato:
Report del dominio colpipe.com
Da questa prima analisi notiamo due cose:
Tra Febbraio e Marzo del 2021 (i puntini "blu") c'è stato un numero elevato di informazioni pubblicate afferenti a data leak. Questo è un primo indicatore di come ci sia qualcuno che sta "puntando gli occhi" su questo dominio....
La maggior parte delle sorgenti, dove è contenuto il dominio oggetto di analisi, provengono da data leak. Questo è proprio l'esempio che facevo prima: significa che ci sono indirizzi email (o altre informazioni) relative al dominio colpipe.com che sono state rubate da altri siti e/o applicazioni.
Andiamo più nel dettaglio. Premesso che il numero di database sui quali è presente il dominio sono veramente tanti, faremo una analisi solo su un piccolo campione di essi: l'obiettivo è dimostrare come - utilizzando informazioni presenti in rete - e svolgendo alcune attività di analisi (intelligence) sia possibile preparare un attacco.
Quanto riportato in questo esempio può essere svolto da un criminal hacker su qualsiasi dominio: l'unica soluzione è quella di anticiparlo, cercando di capire prima quali informazioni della tua azienda sono esposte e di conseguenza mettere in sicurezza il proprio perimetro. Cosa che Colonial Pipeline non ha fatto.
Cosa si può trovare in rete su Colonial Pipeline (estratto).
Utilizzo per questa analisi un motore di ricerca professionale per archivi di data leak e LinkedIn per correlare le informazioni alle persone. Partiamo.
Fonte: LinkedIn Sales Navigator
Colonial Pipeline è presente su LinkedIn, con 855 dipendenti: questo può aiutare ad identificare l'appartenenza di email compromesse con le persone e di conseguenza svolgere attività di social engineering più approfondite (cosa che non faremo).
Primo esempio. Prima Email compromessa.
Data base combo email+password
In questo database troviamo un indirizzo email a dominio colpipe.com ed una corrispondenza su LinkedIn. Notate che la password è in chiaro. L'indirizzo email potrebbe però non corrispondere a Todd Murphy, in considerazione della doppia 't' iniziale.
Ricordiamoci che queste informazioni vanno sempre verificate ma... i criminali informatici hanno una vantaggio che le vittime non hanno: il tempo.
Secondo esempio. Informazioni sul personale.
Data base US Business Excecutive
In questo caso il data base - sempre figlio di data leak da altre applicazioni - contiene informazioni sulle persone. Qui ne vedete un estratto: oltre ad email e funzione lavorativa, in alcuni casi si trova la fascia di stipendio, il nome del superiore diretto, numero di previdenza sociale ed altro.
Terzo esempio. Altre Email compromesse.
Un secondo archivio contenente combo email+pasword
Giusto a titolo di esempio, sono 42 i database disponibili che contengono informazioni sul dominio colpipe.com. Questo è un altro esempio. Anche in questo caso la password è in chiaro e mette in evidenza come non ci sia nessuna policy di gestione e creazione delle stesse....
Quarto esempio. Tracciamento attività.
Questo data base è interessante perché viene costruito principalmente con attività di spam: ovvero grazie all'invio massiccio di email, quando un utente clicca sul link, vengono raccolte alcune informazioni. In questo caso, possiamo sapere l'IP dal quale Billy ha cliccato sulla email.
Cosa hanno quindi fatto i criminal hacker?
Come abbiamo visto da questi esempi, molte sono le informazioni soprattutto relative ad email compromesse, che si possono trovare in rete.
Come dicevo all'inizio, non sappiamo esattamente come siano andate le cose nel caso specifico di Colonial Pipeline, ma da quanto è emerso nelle ultime ore i criminali informatici avrebbero cercato - molto probabilmente tramite attività di scan della rete - un accesso esterno alla rete aziendale.
E lo hanno trovato. Una VPN. In particolare, un VPN non più utilizzata, quindi in disuso, ma per errore non dismessa.
Quante volte nelle aziende ci sono servizi che non vengono più utilizzati ma rimangono lì, attivi, perché dismetterli richiede tempo?
Hanno quindi tentato l'accesso a questa VPN utilizzando le credenziali disponibili nei vari data base che abbiamo appena visto, magari combinando queste informazioni con altre a disposizione.
Il risultato è stato evidente. Ci sono riusciti.
La predisposizione del manuale della conservazione, la nomina del responsabile della conservazione e del procedimento di conservazione, l’adeguamento ai fini privacy: ecco tutti gli adempimenti di cui nessuno ti ha mai parlato. Il prossimo 10 marzo scadono i termini per la conservazione digitale a norma delle fatture elettroniche del 2019. La scadenza coincide con i tre mesi dal termine per l’invio della dichiarazione dei redditi 2020 che, per effetto della proroga prevista dal decreto Ristori quater, poteva essere trasmessa fino al 10 dicembre scorso. Il nostro...
Scritto da: Luigi DuraccioIl datore di lavoro non può conoscere i dati relativi alle vaccinazioni. Intervento del Garante privacy. Acquisire i dati relativi alle vaccinazioni dei dipendenti non è consentito dalla disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro né dalle disposizioni sull’emergenza sanitaria. A questi comportamenti, incidendo su diritti fondamentali dell’individuo, è necessario applicare a particolari attenzioni. Negli ultimi giorni si sono aggiunti interventi chiarificatori del Garante per la protezione dei dati personali in relazione alla normativa sulla privacy. Il Garante...
Scritto da: Luigi DuraccioCarte di credito e ricaricabili sempre di più nel mirino degli hacker. Sono molte le truffe online in grado di svuotare i conti correnti e le prepagate. Non ci sono quasi più errori di sintassi o di grammatica, l’italiano è molto più scorrevole e questo si traduce in una maggiore difficoltà di accorgersi della truffa e quindi maggiori pericoli per gli utenti possessori di carte, soprattutto prepagate. Tra le più gettonate ci sono le truffe che hanno ad oggetto le carte prepagate...
Scritto da: Luigi DuraccioI ransomware sono virus informatici che rendono inaccessibili i dati dei computer infettati e chiedono il pagamento di un riscatto per ripristinarli. Vediamo come è fatto ed un metodo innovativo per proteggersi. Quando un sistema informatico viene attaccato da un ransomware e i file contenuti vengono crittografati significa che il virus ha già superato tutte le difese. Oltre a questo molti malfattori che li programmano non si accontentano e non si fermano dopo aver sfondato le barriere di protezione di un solo PC: non è...
Scritto da: Luigi DuraccioCrimine informatico, solo il Covid sta facendo più danni. Il quadro del 2020. Quando un sistema informatico viene attaccato e le difese informatiche di un’azienda vengono superate, l’hacker paralizza il sistema informativo e preleva dati, contratti, accordi, informazioni segrete e rilevanti, informazioni personali. L’attacco, di solito, parte di notte, spesso di sabato, e la mattina, quando apri il computer, è già troppo tardi: file contenuti nei PC, nei server, nei backup, vengono crittografati e non sono più utilizzabili. A questo punto viene chiesto di pagare...
Scritto da: Luigi DuraccioAffidarci alle solite misure o sperare nelle competenze degli utenti equivale ad un suicidio. Il modello “security-as-a-service” nei processi di security integrata. A causa, o grazie alla pandemia, ora l’ufficio può essere ovunque e senza vincoli e le aziende si ritrovano sempre meno vincolate alle tradizionali infrastrutture di rete e a un ufficio fisico. L’adozione di massa e “frettolosa” del lavoro da remoto ha fatto emergere, tuttavia, in tema di sicurezza informatica e difesa dal cybercrime, tutte le criticità di una mal-gestione [o nessuna...
Scritto da: Luigi DuraccioIn un quadro di cambiamento del Paese diventa irrinunciabile, per le aziende, investire sulla “formazione” del personale attraverso enti o società di formazione che portano i loro saperi direttamente all’interno. Il virus ci impone di cambiare e per questo dobbiamo rimboccarci le maniche e costruire un nuovo modo di vivere e di produrre. Dobbiamo agire subito senza aspettare la fine della crisi. La tecnologia ci sarà di aiuto nel cambiamento e dovrà essere impiegata di più nelle aziende. Perché questo avvenga occorre modificare la...
Scritto da: Luigi DuraccioPare che EcoCare, un sito fatto sviluppare dal Parlamento Europeo, non rispetti la stringente normativa europea prevista per la tutela dei dati personali. Se anche i “regolatori” hanno difficoltà ad osservare le norme scritte da loro stessi vuol dire che c’è un problema nell’affrontare una norma con troppa leggerezza. La norma impone un’autovalutazione che spesso necessita dell’insostituibile consulenza di esperti in più settori. Guarda il video sull’argomento pubblicato dall’Avvocato Stefano Nardini che ha affrontato questo caso particolare sul suo canale YouTube.
Scritto da: Luigi DuraccioIl 31 gennaio scade un termine importante del punto di vista fiscale: la conservazione digitale a norma delle fatture elettroniche. In realtà il termine è slittato al 10 marzo a seguito della proroga disposta dal decreto ristori alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Questo perchè il termine per la conservazione delle fatture si calcola proprio a partire da quello per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Occorre avere le idee chiare per poter adempiere a quanto richiesto dalla normativa. Le norme...
Scritto da: Luigi DuraccioMartinelli S.r.l. Via Circonvallazione N/E, 98 - 41049 Sassuolo (MO) | Tel: 0536 868611 Fax: 0536 868618 | info@martinelli.it
P.Iva 02262430362 - C.F. 01413050350 - Iscriz. registro Imprese di Modena 01413050350 - Capitale Sociale 350.000 i.v.