A lanciare l’allarme attraverso un videoclip diffuso online è Guido Scorza, componente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, a lanciare l’allarme, e lo ha fatto con un videoclip diffuso sui social: guardate la clip in fondo all’articolo!
Il codice contiene infatti moltissimi dati personali e sensibili, non visibili ad occhio nudo, ma leggibili con un semplice scanner QR: chi siamo, se ci siamo vaccinati e quando, quante dosi abbiamo fatto, il tipo di vaccino, se abbiamo avuto il Covid e quando, se abbiamo fatto un tampone, quando e il suo esito e molto altro ancora.
Condividere il QR-code del green pass è estremamente pericoloso!
Condividendo il codice si lasciano sul il web molti dei propri dati personali, per di più sanitari, che costituiscono una traccia per chiunque volesse utilizzarli per fini malevoli. Un po’ come Pollicino che lasciava le briciole di pane per segnare la strada di casa.
Solo che queste briciole portano dritto dritto alla nostra identità personale che in tal modo potrà essere oggetto di furto o usata ad esempio per compiere truffe o azioni criminali nei nostri confronti o anche degli altri.
I criminali informatici sanno benissimo come utilizzare le informazioni personali sulla nostra identità. Ho già avuto modo di parlarne anche in un recente articolo (https://bit.ly/3qqQveZ) in cui spiego come vengono usati dati personali e per quali scopi, anche quelli che ci sembrano insignificanti, per compiere azioni criminali
Non solo ma in tal modo si facilità il moltiplicarsi di falsi QR-Code utilizzati in violazione delle norme, falsi certificati che servirebbero solo ad ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo di una circolazione sicura per i cittadini.
Chi può chiedere di vedere il Greenpass
Il QR-code va esibito solo alle forze dell’ordine e a chi è autorizzato dalla legge a chiedercelo per l’esercizio delle attività per le quali la legge ne prevede l’esibizione e deve essere letto esclusivamente attraverso l’apposita APP di Governo che garantisce che il verificatore veda solo se abbiamo o non abbiamo il green pass e non anche tutte le altre informazioni e, soprattutto, non conservi nulla.
L’avvertimento del Garante
“Siamo tutti avvisati. Resistiamo alla tentazione. Esibire la soddisfazione di avere il greenpass è davvero una pessima idea. Se proprio non sappiamo farne a meno, limitiamoci a condividere con il mondo la notizia, senza l’immagine dell’agognato QR-Code”.
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Fonte: www.privacyitalia.eu
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