Dopo quattro mesi di attesa, l’11 novembre 2020 l’European Data Protection Board apre finalmente uno spiraglio per chi trasferisce dati fuori UE, con la pubblicazione delle Raccomandazioni 01/2020.
L’obiettivo è quello di dare delle linee guida per ricorrere lecitamente alle clausole contrattuali standard (SCC) ed individuare, caso per caso, le adeguate misure supplementari nella valutazione dei paesi terzi.
Nelle linee guida vengono individuati e descritti una serie passaggi da seguire attentamente, indicando anche alcune potenziali fonti di informazioni con alcuni esempi che possono essere utili per le imprese interessate.
Come indicava infatti la sentenza Schrems II, è data la possibilità agli esportatori di dati personali di adottare adeguate misure supplementari che potrebbero colmare le lacune della normativa del paese di destinazione e consentire un livello di protezione sostanzialmente equivalente come richiesto dal diritto dell'UE, tuttavia questa previsione aveva lasciato finora molti interrogativi.
I 6 passaggi da seguire
Di seguito la sintesi dei sei passaggi chiave indicati nelle raccomandazioni del board dei garanti europei:
Conclusioni
L’auspicio dell’EDPB è che le raccomandazioni, attualmente in consultazione pubblica, possano aiutare imprese ed enti a identificare e attuare misure supplementari efficaci laddove siano necessarie, e consentire trasferimenti legittimi di dati personali a paesi terzi garantendo al contempo che ai dati trasferiti sia assicurato un livello di protezione essenzialmente equivalente a quello garantito all'interno dello Spazio Economico Europeo.
In attesa naturalmente che si trovi, nel più breve tempo possibile, un nuovo accordo per consentire stabilmente la libera circolazione dei dati personali garantendo al contempo le necessarie garanzie per gli interessati.
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